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Alla faccia della Grande Bellezza (e in onore der Depardieu de Torpignattara), un pezzo di pianoforte romano-tosto (e per niente decadente)

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Via Torpignattara, anni '50. Veduta del mercato e dell'incrocio con Via Casilina

“Via Torpignattara, anni ’50. Veduta del mercato e dell’incrocio con Via Casilina. Sullo sfondo Piazza della Marranella con l’abbeveratoio dei cavalli”. Cliccare per i credits, per altre immagini e accedere a un bel sito sul quartiere

Listen to this:
(by MoR, wait a few seconds)

ψ

Lello, er romanaccio Depardieu (always with us in spirit?) says:

“Un po’ contemporanea, ‘sta litania.”

Mario:

“What is this sh** …”

Experimenting (with
the Romanesco dialect)

[To the English-speaking: This post being partly written in the Romanesco dialect Google translations might be unpredictable]

[Al lettore italiano: parlare il romanesco, ok, ma scriverlo – e studiarlo come lingua – è un’altra cosa. 1° sperimento]

‘Nnamo (let’s start.)

Il Depardieu del Casilino

Gérard Depardieu al Film Festival di Brlino del 2010

Gérard Depardieu au Film Festival de Berlin (2010.)  Click for credits

Incontro Lello a un bar di Torpignattara. Sta ordinando una Ceres.

ψ

Ogni tanto ci capito, a Torpignattara, perché se hai fortuna incontri i romani veri – magari non del tempo di Tito (come gli ebrei del rione S. Angelo) – ma veri in ogni caso, di 7 generazioni.

ψ

Corpulento, sui 40 anni, i braccioni tatuati che se t’agguantano ti stritolano, Lello ha i tratti marcati e sarebbe il perfetto Gérard Depardieu del Casilino se fosse un po’ più gallico e un po’ meno scuro nei capelli e negli occhi.

Saltuariamente – al Pantheon, a piazza Navona, al centro, in definitiva – Lello compare e scompare come un fantasma suonando percussioni esotiche assieme a un contrabbassista emaciato, a un sassofonista colla panza tonda, e a un chitarrista eccezionale – il cappello calato e gli occhi quasi nascosti dalle rughe – che pare sia di Birmingham

[Lello dice che è di Birmingham e io gli credo]

Sorseggia la Ceres, guardandosi lentamente attorno. E’ il suo mondo, il suo ambiente.

Lello è un capo.

A ‘sto punto, dico, la ordino pure io, sta Danese perché è così particolare sto Lello che voglio che mi si sciolga la lingua (che me s’è come ingufita coll’età).

Sorrentino ce sta affa’ neri

La Grande Bellezza

Toni Servillo as Jep Gambardella in ‘La Grande Bellezza’ by Paolo Sorrentino

Dico:

“Lello, a fijo de ‘na mignotta, vviè cqua!”

Si avvicina. Sempre pronto allo scambio umano, in realtà parla pochissimo. Annuisce.

“Ahó, possin’ammazzatte – dico – co’ sta Grande Bellezza Sorrentino ce sta affa’ neri. Tutto il mondo parla di metafora: metafora qua, metafora là… mo’ pure gli Americani sur Nu York Times …”

Lello è impassibile. Un minuto, forse due.

Poi guardandosi le unghie, ‘na finissima ironia nello sguardo, comincia un bofonchio che cresce man mano e si fa cavernoso.

Capisco solo le ultime tre parole:

“[…] […] […] M-e-t-a-f-o-r-a de che”.

Una voce dall’antro. A sentirla di notte al buio. Depardieu mi fa impazzì.

Gran bucio de c… profumato

la grande bellezza

Cerco di provocarlo (sono teso, ho bisogno di fa’ casino).

Provo – un’imitazione ok – a crescere piano piano pure io per poi dargli dentro dopo 20 esatte parole:

“Beh, metafora dell’Italia – dico ‘n sordina, preciso -, d’un paese destinato al declino, con Roma – girata bellissima, per carità (sennò perché il titolo), – che poi in verità è ‘na pattumiera, è solo ‘na cloaca pure un po’ fine ma inzomma, lo vogliamo dire CAZZO, è come ‘N GRAN BEL BUCIO DE CULO TUTTO PROFUMATO – so’ cavernosissimo – co’ tanto de mignotte, ruffiani, pretacci (e nani!!) CHE CE CAMMINAMO TUTTI S-O-P-R-A !!!!”

[Ok, non sarò Augusto o Lello ecc, ma il romanesco lo mastico, mia nonna era di via Garibaldi]

The Great Beauty by

Altra pausa. Si beve. Il calore de ste Ceres comincia a impregnacce.

Lello, lo vedo, è un poco ‘allertato’.

Poi, una lievissima sfumatura di complicità (divertita?), Lello dice:

“Tutti sopra ‘sto bucio de culo”

“Tutti sopra ‘sto bucio de culo. Confermo” (mi guardo le unghie pure io)

“Che poi è profumato”
[non capisco se mi piglia per il culo; Lello è tosto, niente da dire]

“Che è profumato, riconfermo”.

C’è  qualcosa che non va. Però, provocato, sbotto come Augosto (quello a piazza de’ Renzi 15, che si incazzava continuamente – un’arrabbiatura bonaria – e Sandro il figlio – l’ho visto piccolo – è spiccicato).

“Ma dimmi un po’, a Lello, a te te piace? Vojo dì, a te te piace che Sorrentinos mostri ste zozzerie al mondo??”

Credo d’averlo beccato ‘n pieno. Errore. Ridiventa una statua.

Che soggetto, minchia, e potrebbe esse mio figlio …  :?

ψ

A ripensarci, ora che scrivo, mi salta in quel boccino (la testa) il solito carme:

[no in buzzurro ora [così tedeschi e anglosassoni erano chiamati a Roma; poi, dopo il 70, è stata la volta dei poveri piemontesi), ma carme nella lingua delle madri che la sera passeggiavano , passegg … lasciamo perdere]

Gigante immobile e paonazzo
(e sanguigno, diciamolo, come sto pezzo di …. Bacco).

ψ

Lello, dalle infinite risorse, trasfigura, la pelle gli si chiazza, l’occhio sinistro mosso da un lieve tremito.

Allora t’ho colpito, stronzo – penso. Ma … ti sarai ‘ncazzato?

Via di Tor Pignattara anni '40 circa

Via di Tor Pignattara anni ’40 circa. Courtesy di Silvestro Gentile. Cliccare per i credits

Seconda Ceres. Lo seguo a ruota. Comincia, si direbbe, a approfondirsi una certa atmosfera che è solo de ‘ste parti … discorso lungo, da non fare ora.

[Anche perché credo che ‘n ce porti a un cazzo]

Mario, homo novus
(e pallonaro)

Mario m’accompagna un bel giorno a Torpignattara.

E’ il classico chiacchierone fanfarone – niente a che vedere con gli Augusti, i Lelli -, al punto che la tragica diffusione a Roma di questo ‘tipo psicologico’ è uno dei motivi per cui molti italiani sparlano della Capitale.

Al bar, Mario mi parla di calcio, della sua vecchia Lancia vintage, delle ultime 10 partite (10!) di 4 squadre diverse. Non ci capisco molto.

Poi arriva Lello, e Mario commenta:

“Ma quello sta sempre zitto. Me sembra n’imbecille”.

[Ok, Lello-Depardieu è tranquillo – Mario non capisce un cavolo – ma già co gli occhi ti dice mille cose. Gli occhi di Mario, invece, esprimono il vuoto. Assoluto).

Dico:

“Imbecille? Errore grave, Mario mio, perché Lello, a te, te   s-e   m-a-g-n-a“.

Nonostante calchi la voce Mario se ne fotte e scrolla le spalle (co gli occhi – quasi punizione divina – riflettenti il nulla dell’anima sua).

[Che è l’anima? Non lo so, ma che Mario l’anima non ce l’abbia è l’unica cosa scientifica della storia della teologia]

Lello, antico,
laconico (e non cazzaro)

Lello invece è intelligentissimo, e, a differenza di Mario il cazzaro, ha un retroterra.

Sterminato.

Per darvi un’idea.

ψ

Da 20 anni frequenta il centro storico (“la mia famiglia è de llì: coi genitori, i nonni, i bisnonni e i trisnonni via cantando – arrivi fino a Adamo”).

Detto come una cantilena – difficile da spiegare – che è ritmata dalla ‘o’ di nonni.

ψ

Lo vedo una volta al mese, anche meno, oramai, ma so che c’è (e mi basta).

Lello è un capo, ripeto.

Mi dà la fiducia di pensare che qui in Italia tanta gente nonostante la crisi (qualcuno sta al palo purtroppo) se la cava, ai vari livelli della gradinata sociale.

Nell’arte della sopravvivenza, romani e italiani, sono professionisti, la storia è lì a dirlo.

E Lello, che il frescone Mario non capisce, Lello in realtà fa.

Un piccolo
ma fiorente commercio

Depardieu lavora, s’ingegna.

Buon marito e buon padre di due figli (non so le scappatelle), ha raggiunto la sua modesta prosperità con il commercio a costo bassissimo di cellulari e tablet, che la gente compra perché non gira più una lira.

Da qualche anno s’è fatto 2 o 3 esercizietti (stanzine, in definitiva) che visita più volte al giorno, la faccia del boss autorevole ma pensoso, quasi pensasse ad altro (e però tutto nota, tutto sa).

Esercizietti che gli so’ gestiti da 3 marocchini svegli che gli fanno da bassa manco tanto bassa manovalanza, che lo rispettano  – e che soprattutto gli vogliono bene.

Sidi Bou Said, Tunisia. Gnu Free documentation License

Il Mediterraneo è una casa comune. Al commercio, si sa, non gli n’è mai fregato gnente dee fedi diverse.

Lello dunque incede nel quartiere, coi tatuaggioni il nasone la faccia (e la stazza) del Depardieu zigano.

Una figura caratteristica come non ce ne saranno più in futuro (oppure no?) Ho sentito in giro a Roma giovanissimi di altri paesi che già parlano romanesco meglio di me.

Il tradizionale tuffo di Capodanno nel Tevere dal ponte Cavour di Roma

Il tradizionale tuffo di Capodanno nel Tevere dal ponte Cavour di Roma. Tanti sono stati i personaggi famosi in questo ‘sport’, almeno dal 1870 a oggi. Click for credits

Poi insomma cazzo (la terza Ceres, inesorabile …  :twisted:  ), ma a vedé sti romani che si tuffano ancora dai ponti (no Lello), con mezza falange in meno ar medio (sì Lello cqui: na sforbiciata a 16 anni).

A vedé cioè sti tosti che s’industriano, che non aspettano tutto dallo stato – ognuno col suo stile, qui e in altre regioni del paese, spina dorsale che impedisce al corpaccione italiano d’afflosciarsi.

In altre parole, a vedé una Roma e un’Italia positive nonostante le sofferenze, che non s’avvoltolano nella nevrosi, che non si prostituiscono, che non ballano nelle terrazze chic vista Colosseo con le narici incipriate, che non scopano le minorenni ai Parioli e nemmeno le minorenni slave sulla Salaria … cazzo!

A vedé questi giovani che lottano, che imparano le lingue straniere,  che vanno ‘n culo al mondo dovunque ci sia uno stracciaccio de lavoro, e così facendo – poverini poverini, si dice! – non diventano più deboli ma più forti fanghala, che si aprono la mente e il futuro …  (Mario – che mi sta vicino, compagno di scuola a cui in fondo voglio bene, me dice: eh dai, famo notte).

Sorrentinoooos!

Neapolitan Paolo Sorrentino

Neapolitan Paolo Sorrentino. His success at the Academy Awards granted him a Roman honorary citizenship. Click or credits and to enlarge

Ok, ok, a Mario, ma la domanda, scusate, che spontanea sorge a ‘sto punto fangulo, è la seguente:

A’ Sorrentinoooos! Sarai pure Napoletano talentuoso (lo sei) ma la conosci veramente Roma? O se la conosci – non credo – non te sarai mica  ‘mbo’ incazzato perché l’ambiente del cinema romano – che è poi quello italiano – è ‘na Grande Zozzeria, cogli outsider che so outsider semper, tanto che Villaggio (pure Pupi Avati?) s’è addirittura inbestialiddoooo?

Dice Fantozzi, ineffabile, a Mediaset:

“Sordi è il simbolo della ‘Grande Cattiveria’, la cattiveria dei Romani ‘che sono veramente, e profondamente, cattivi’ “

[detto poi con lo sguardo cattivo … chi vuole prendere per il culo]

Dice che i Romani sono 'cattivi', e che Albertone è il simbolo della Grande Cattiveria.

Pianoforte romano

Ora, a me il film de Sorrentinos piace, ma me fa pure ‘ncazzare.

Pertanto, in onore dei Lelli semper tosti e viventi (in periferia: l’hanno cacciati cogli sventramenti), residuo piccolo e coriaceo di una forza grande e suprema (la Roma grande, oramai passata).

In loro onore, dicevo, questa musica di pianoforte dedico, da romano – più fortunato e sfortunato insieme – ad altro romano.

[Mario: “Sei un cazzone“. Giovanni: “pure tu, stronzo, ma ti voglio bene”]

Pianoforte romano

Riproposta pure qui (Mario: “per puro narcisismo, cojone” “Sei un fregnone – ma ciai ragione?” “Sì” “No” “Sta minchia”) :

Per te, e per tutti voi – (Gino, Sergio, Spartaco, Gianni e Samanta), oltre che pe sti napoletani a cui vojamo bene, no Mario, so nostri cugini (compagno di scuola di origine napoletana, Mario) – butto là sto pezzo de … pianoforte non decadente (me lo si permetta, Sorrentinos).

Lello, romanaccio Depardieu, always with us in his a spirit, exclaims:

“Un po’ contemporanea sta litania.

Certo, stronzo (no, scusa, Lello, scusa) ma nello spirito almeno, e nell’anima (che abbiamo simili), ci metterà in qualche modo d’accordo …

 

Roman Renaissance fountan

 

Ecco un clip de La Grande Bellezza, in tutta la sua struggente, in all its aching … beauty.

Dulcis in fundo, il napoletano Pino Daniele, cantautore e chitarrista di vena raffinata, che canta Anna Magnani e il cinema romano.

[Così ricomponemo er tutto e famo pace 🙂

“Stronzi” “Frocioni” “So ‘frocio ma me ne vanto” “Hai proprio ragione!”
Ma il partenopeo: “ste nutizie su A Grande Bellezza nu ssierve”
Depaardieu mostra i braccioni “a fijo de ‘na mignotta, vviè cqua” ma viene travolto da ‘na stilettata partenopea colta: “ta’ soreta è latrina, e m-a-t-r-e, a te, na  pumpinare jamme jamme JAAAMME!”]

Capitoline She-Wolf. Rome, Musei Capitolini. Public domain

Resources:

Provare tutto, dove si parla della ‘cugina greca’ di Roma, Νέα Πόλις
The Roman Jews (1). Are They the Most Ancient Romans Surviving?
Le coste meridionali del Mediterraneo:
Dove si parla del legame tra sponda nord e sud (araba) del Mediterraneo
e della vocazione, oltre che universale, mediterranea, della Città Eterna.

Web site di dialetto partenopeo
[
Wiki francese: “Dans la mythologie grecque, Parthénope (en grec ancien Παρθενόπης / Parthenópês, « celle qui a un visage de jeune fille », de παρθένος / parthénos, « jeune fille », en particulier « vierge ») est une des sirènesStrabon mentionne que son temple se situait dans la ville de Néapolis (actuelle Naples), où les habitants célébraient des jeux gymniques en son honneur.]

Poi, in tema di composizioni pianistiche (di resilience eMario –de fanfaroni”) :

L’inno all’Euro che non cede
L’hymne à l’Euro qui ne cède pas

Experiencing All

Piazza Santa Maria, Trastevere main square. Low_ res. Fair use

Some artists have this tendency to experience all. They want to dare beyond normality, beyond the ordinary. The use of any kind of drug as mental trip (or, in a deeper sense, as consciousness expansion) has been a research path that many philosophers, artists, writers etc. have tried, from Baudelaire to Sartre to many others, from various past theories and experiences – lived for example by American 68 counter-cultural figures such as Timothy Leary, Carlos Castaneda, Ken Kesey – until today.

Hey! Mr. Tambourine Man
Play a song for me …
Take me on a trip upon
Your magic swirlin’ ship,
My senses have been stripped…

Bob Dylan was probably here referring to his experiences with LSD.

Bob Dylan and Joan Baez. 1963. Public domain

Many years ago an American experimental theatre actress (of Italian origin) was living in a small apartment here in Trastevere (from Latin Trans Tiberim = beyond the Tiber river). This was at a time when this rione had just started to be trendy (enjoy some Trastevere pictures).

In any case one night, on a tiny terrace overlooking Rome’s romantic roofs, while together with some friends we were eating a delicious Tuscan caciotta and were placidly sipping some good red wine, she suddenly got inspired and said that, if Shakespeare was so good at describing all the hues of the human soul, positive as well as negative, it was because he had actually lived them all, it couldn’t but be like that – she said – since what he wrote was actually so incredibly vivid and real— from the most dreadful horrors up to the joys of sublime love between youths.

Therefore an artist, in order to access some bits of greatness, had to behave in much the same way and experience life at a highest and even extreme degree.

Logo of rione Trastevere

She undeniably tried to follow this principle, and while her life was gradually falling apart, her acting on stage was amazingly gaining in intensity and strength, as if actually there were this sort of relationship between the experiencing-all type of lifestyle, on one hand (extreme sorrow, pure joy and less pure transgression,) and a greater intensity and power in acting, on the other hand.

(If you want to know more about those days, read this post)

The intense beautiful eyes of this American woman, whose family originated in Campania, expressed all these things. They were the complex, ancient eyes of an Anna Magnani from Chicago.

Roman actress Anna Magnani. Fair use

Enjoy these Anna Magnani’s intense eyes, showing all the vigour and dignity a contemporary Roman woman can have. I will show you better pictures whenever I can. The American actress too had definitely a deepness of her own. She later moved on from that intemperate phase of her life and she now lives a happy and fruitful life back in her Chicago.

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Let us digress and enjoy Anna verrà, a beautiful song sung and composed in honour of Anna Magnani by the Italian pop-blues musician Pino Daniele, from Naples, a city we will talk about soon since it is the Greek cousin of Rome: Naples, or Napoli, comes from Greek Νέα Πόλις, i. e. new town.

Pino Daniele. Low res. Fair use

Anna verrà
col suo modo di guardarci
dentro …
noi che ci emozioniamo
ancora davanti al mare.

Anna verrà
e sarà un giorno
pieno di sole …
Anna verrà
col suo modo di rubarci
dentro …

Anna will come,
with her way
of looking deep
into our eyes

We still so excited
by the sea …

Anna will come
in a day
the sun will fully shine …

Anna will come
with her way of seizing deep
into our souls…


PS
Permanences. Rome has a special relationship with that
Campania area. There was located Cumae, which founded Naples and which was the first Greek colony in the Italian mainland. In those Hellenic areas, lush with climate and fertility, and where later great Roman men like Cicero had their villas, Rome encountered the Greeks for the very first time, a fact that will greatly influence succeeding history. Talking of permanences, this relationship between the two cities is still alive today, based on empathy, common roots and a comprehension of two identities which are diverse though eternally attracting each other.

This song by Pino Daniele (from the album Mascalzone latino, if I’m not wrong) we love to imagine as a direct tribute from Νέα Πόλις to Rome. And Rome – we also love to imagine – honoured returns.

lupaottimigut1.jpg

Italian version

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As for Anna Magnani and our mix of ancient and modern:

Italian Songs. Anna Magnani, Dean Martin, Pavarotti and the Three Tenors
Pre-Christian Rome lives

On Roman, Italian and Latin Roots. Italy and the New World